Rimborsi spese per i dipendenti pubblici: cosa cambia nella scuola

La recente Legge di bilancio 2025 e il D.lgs. 13 dicembre 2024 n. 192 hanno introdotto significative modifiche al sistema di rimborsi spese per i dipendenti pubblici, con particolare impatto sul comparto scuola. Le nuove disposizioni stabiliscono che il rimborso dei pasti sia limitato a due per giornata di trasferta, con importi massimi definiti dal D.P.R. n. 395/1988: €22,26 per un solo pasto e €44,26 per due pasti per il personale ordinario, mentre per i dirigenti i tetti sono più elevati.
Una delle novità più rilevanti riguarda l’obbligo di tracciabilità dei pagamenti, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2025. Le spese di vitto, alloggio, trasporto e viaggio potranno essere rimborsate esclusivamente se effettuate tramite strumenti tracciabili, quali bonifici, carte di pagamento, assegni e app digitali. L’uso di contanti comporterà l’inclusione del rimborso nel reddito da lavoro dipendente, con relativa tassazione. L’unica eccezione riguarda il trasporto pubblico di linea, per il quale non vige l’obbligo di tracciabilità.
Queste nuove misure hanno un impatto significativo sul personale scolastico, specialmente per le spese di trasferta legate a corsi di aggiornamento, convegni e missioni. Le scuole dovranno adeguarsi aggiornando i propri regolamenti interni e fornendo indicazioni operative ai dipendenti per evitare esclusioni dal diritto al rimborso.
L’obiettivo della riforma è garantire trasparenza e controllo sulle spese pubbliche, prevenendo abusi e migliorando la gestione delle risorse. I dipendenti scolastici dovranno pertanto adottare nuove procedure per ottenere i rimborsi in conformità con la normativa vigente.